di Emilia Montagna

Desidero in qualche modo cercare di esprimere ciò che ho vissuto durante i dieci giorni in Libano e Siria (vedi esperienza organizzata e proposta da Percorsi di Vita). Sarà molto difficile poter trasmettere le sensazioni forti, le bellezze viste…ci provo consapevole che non sarà mai abbastanza.

Libano e Siria….una vacanza?! No! Di più! Una forte esperienza di vita.
Il nostro piccolo gruppo molto eterogeneo si è formato a Roma, ognuno di noi arrivava da città diverse e dopo pochissimo sembravamo amici da sempre, forse perché siamo stati colpiti e coinvolti in ciò che abbiamo vissuto in quelle terre così lontane e diverse da noi.

Samer, la nostra guida, sempre molto attento ai bisogni e soprattutto alla nostra sicurezza, ci ha accompagnato in  meravigliosi siti archeologici. Dal tempio di Bacco Zeus e Venere a Baalbek, in Libano, all’imponente teatro romano di Bosra in Siria, il più grande al mondo: 15000 posti, acustica perfetta e struttura praticamente intatta. Purtroppo non tutti i siti: infatti della famosa Palmira, per esempio, è rimasto solo il ricordo delle immagini sui libri.

In Libano siamo stati pochi giorni ma abbiamo visitato la bellissima, caotica ed elegante Beirut, città dove si può osservare la pacifica convivenza delle enormi moschee a fianco a cattedrali. Poco fuori città imponenti santuari dominano il paesaggio. Forse in un prossimo viaggio varrà la pena fermarci qualche giorno di più!

Arrivati in Siria accanto all’arte, agli incantevoli paesaggi, all’ottima cucina locale e…alle serate col narghilè, con Samer abbiamo avuto modo di conoscere e di condividere parte della vacanza, con  la sua splendida famiglia:le sorelle i fratelli ed i suoi tre simpatici nipoti, ma non solo, con noi sono venuti anche i giovani studenti dell’università di Damasco che stanno facendo il master in Turismo. È stata una vera sorpresa per noi perché abbiamo potuto conoscere il loro entusiasmo,la voglia di andare avanti per superare le tragedie e le paure vissute, sempre con il sorriso di chi guarda oltre!

Di questi giovani il ricordo più forte che i sono portata a casa è il loro orgoglio,la dignità, il coraggio di essere Siriani nonostante tutto. A rendere ancora più interessante ed indimenticabile questo nostro strano viaggio sono state le testimonianze di suor Giulia francescana, una piccola donnina anziana, con una forza incredibile: insieme ad altre due consorelle, nel periodo delle grandi migrazioni di profughi a Damasco, sono riuscite ad accogliere, ospitare e dare da mangiare a più di 16.000 persone!
Oppure ricordo la testimonianza di Abuna Rami Elia, gesuita laureato in psicologia a Parigi, che dal piccolo Santuario di Sant’Elia, accoglie e supporta ancora oggi, le persone che scappano da situazioni infernali di violenze di ogni tipo…causa di una guerra, come spesso accade, senza motivi apparenti.

Se mi si chiedesse di andare in Siria oggi,il posto dove vorrei tornare per stare anche più giorni, è senza dubbio Mar Musa. Monastero in mezzo al deserto Siriano, lontano da tutti ma a tutti vicino! Scavato tra le rocce dello stesso colore della sabbia, nato per il dialogo e la testimonianza di chi crede, nato per accogliere chiunque sia in cammino di fede. Abuna Jihad è il padre spirituale della piccola comunità formata da lui e da due suore: Huda e Dima, è un uomo di grande carisma, sguardo molto severo che al tempo stesso sorride e traspare calore, pronto a raccontare fatti vissuti in prima persona. Egli dedica la sua vita alla sua vocazione: il dialogo interreligioso accogliendo tutti, pregando con tutti, aiutando a far emergere ad ognuno la propria profonda spiritualità.
Dima! Con lei siamo rimaste a parlare per ore durante la notte sotto la luna piena che illuminava a giorno la terrazza dove abbiamo aspettato l’alba insieme alle altre amiche compagne di viaggio.
Appena si è fatto giorno tre ragazze arabe che erano con noi, si sono vestite completamente di bianco e, rivolte verso un punto preciso,hanno incominciato a pregare in silenzio….un’atmosfera meravigliosa, pulita, vera, profonda.
Anche noi quando il sole è sorto abbiamo pregato dicendo il “Padre nostro”.

Più il viaggio proseguiva e più tra di noi ci si conosceva sempre meglio: stavamo vivendo un’esperienza davvero particolare! Samer con grande pazienza, rispondeva alle nostre mille domande…cercavamo di capire le ragioni storiche, politiche e religiose di questa guerra che ha già procurato più di 300.000 morti, 6.000.000 di profughi e distruzioni di intere città. Non è stato facile capire e credo che tutti noi siamo riusciti a comprendere poca cosa rispetto a tutto ciò che è successo ma ciononostante sono sicura che la nostra presenza sia stata molto gradita ai nostri amici Siriani. Abbiamo, in un certo senso, rappresentato una svolta per loro; era troppo tempo ormai che nessun “turista” poteva entrare in Siria! Noi con Samer abbiamo potuto trascorrere un buon periodo senza mai sentirci in difficoltà o peggio in pericolo, anzi, i sorrisi delle persone che ci fermavano per la strada e il loro desiderio di fare una foto con noi, un po’ ci impacciava…ma abbiamo sempre accettato con piacere poiché era tanto forte ciò che rappresentava per loro.
Tutto questo e molto molto altro rimarrà nel cuore di tutti noi…un affetto profondo per quella meravigliosa terra e soprattutto per la popolazione Siriana!
Invito perciò chiunque abbia il tempo e la possibilità di partecipare con entusiasmo ad un’esperienza come questa.

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